SOVRAINDEBITAMENTO – LE NUOVE PROCEDURE DEL C.C.I.I. – LA LIQUIDAZIONE CONTROLLATA DEL SOVRAINDEBITATO (Artt. 268-277 e Artt. 282-283)
Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza
Titolo I – Disposizioni generali (artt. 1-11)
Titolo II – Procedure di allerta e di composizione assistita della crisi (artt. 12-25)
Titolo III – Procedure di regolazione della crisi e dell’insolvenza (artt. 26-55)
Titolo IV – Strumenti di regolazione della crisi (artt. 56-120)
Titolo V – Liquidazione giudiziale (artt. 121-283)
Titolo VI – Disposizioni relative ai gruppi di imprese (artt. 284-292)
Titolo VII – Liquidazione coatta amministrativa (artt. 293-316)
Titolo VIII – Liquidazione giudiziale e misure cautelari penali (artt. 317-321)
Titolo IX – Disposizioni penali (artt. 322-347)
Titolo X – Disposizioni per l’attuazione del codice della crisi e dell’insolvenza, norme di coordinamento e disciplina transitoria (artt. 348-374)
testo aggiornato a DECRETO LEGISLATIVO 13 settembre 2024 , n. 136. Disposizioni integrative e correttive al codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza di cui al decreto legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14 – modifiche in rosso
N.B.
Art. 56. Entrata in vigore e disciplina transitoria
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
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4. Salva diversa disposizione, il presente decreto si applica alle composizioni negoziate, ai piani attestati di risanamento, ai procedimenti instaurati ai sensi dell’articolo 40 del decreto legislativo n. 14 del 2019, agli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza, alle procedure di liquidazione giudiziale, liquidazione controllata e liquidazione coatta amministrativa nonché ai procedimenti di esdebitazione di cui al medesimo decreto legislativo n. 14 del 2019 e alle procedure di amministrazione straordinaria pendenti alla data della sua entrata in vigore e a quelli instaurati o aperti successivamente.
Capo IX – Liquidazione controllata del sovraindebitato | ||
Art. 268 Liquidazione controllata | ||
1. Il debitore in stato di sovraindebitamento puo’ domandare con ricorso al tribunale competente ai sensi dell’articolo 27, comma 2, l’apertura di una procedura di liquidazione controllata dei suoi beni. [ Art. 27 Competenza per materia e per territorio Per i procedimenti di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell’insolvenza o a una procedura di insolvenza diversi da quelli di cui al comma 1 e le controversie che ne derivano e’ competente il tribunale nel cui circondario il debitore ha il centro degli interessi principali. ] |
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2. Quando il debitore e’ in stato di insolvenza, la domanda puo’ essere presentata da un creditore anche in pendenza di procedure esecutive individuali. Nei casi di cui al primo periodo non si fa luogo all’apertura della liquidazione controllata se l’ammontare dei debiti scaduti e non pagati risultanti dagli atti dell’istruttoria e’ inferiore a euro cinquantamila. Tale importo e’ periodicamente aggiornato con le modalita’ di cui all’articolo 2, comma 1, lettera d). [ Art. 2 Definizioni Ai fini del presente codice si intende per: … d) «impresa minore»: l’impresa che presenta congiuntamente i seguenti requisiti: 1) un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attivita’ se di durata inferiore; 2) ricavi, in qualunque modo essi risultino, per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attivita’ se di durata inferiore; 3) un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila; i predetti valori possono essere aggiornati ogni tre anni con decreto del Ministro della giustizia adottato a norma dell’articolo 348; … ] |
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3. Quando la domanda e’ proposta da un creditore nei confronti di un debitore persona fisica non si fa luogo all’apertura della liquidazione controllata se l’OCC, su richiesta del debitore, attesta che non e’ possibile acquisire attivo da distribuire ai creditori neppure mediante l’esercizio di azioni giudiziarie. Il debitore eccepisce l’impossibilità di acquisire attivo entro la prima udienza allegando all’attestazione i documenti di cui all’articolo 283, comma 3. Se il debitore dimostra di aver presentato all’OCC la richiesta di cui al primo periodo e l’attestazione non è ancora stata redatta, il giudice concede un termine non superiore a sessanta giorni per il deposito dell’attestazione. Quando la domanda di apertura della liquidazione controllata è proposta dal debitore persona fisica, si fa luogo all’apertura della liquidazione controllata se l’OCC attesta che è possibile acquisire attivo da distribuire ai creditori, anche mediante l’esercizio di azioni giudiziarie.1 … 3. La domanda di esdebitazione e’ presentata tramite l’OCC al giudice competente, unitamente alla seguente documentazione: a) l’elenco di tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute e dei relativi indirizzi di posta elettronica certificata, se disponibili, oppure degli indirizzi di posta elettronica non certificata per i quali sia verificata o verificabile la titolarita’ della singola casella; b) l’elenco degli atti di straordinaria amministrazione compiuti negli ultimi cinque anni; c) la copia delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni; d) l’indicazione degli stipendi, delle pensioni, dei salari e di tutte le altre entrate del debitore e del suo nucleo familiare. … ] |
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4. Non sono compresi nella liquidazione: a) i crediti impignorabili ai sensi dell’articolo 545 del codice di procedura civile; b) i crediti aventi carattere alimentare e di mantenimento, gli stipendi, le pensioni, i salari e cio’ che il debitore guadagna con la sua attivita’ nei limiti, indicati dal giudice, di quanto occorre al mantenimento suo e della sua famiglia; c) i frutti derivanti dall’usufrutto legale sui beni dei figli, i beni costituiti in fondo patrimoniale e i frutti di essi, salvo quanto disposto dall’articolo 170 del codice civile; d) le cose che non possono essere pignorate per disposizione di legge. |
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5. Il deposito della domanda sospende, ai soli effetti del concorso, il corso degli interessi convenzionali o legali fino alla chiusura della liquidazione, a meno che i crediti non siano garantiti da ipoteca, pegno o privilegio e salvo quanto previsto dagli articoli 2749, 2788 e 2855, secondo e terzo comma, del codice civile. | ||
Art. 269 Domanda del debitore | ||
1. Il ricorso puo’ essere presentato personalmente dal debitore, con l’assistenza dell’OCC. | ||
2. Al ricorso deve essere allegata una relazione, redatta dall’OCC, che esponga una valutazione sulla completezza e l’attendibilita’ della documentazione depositata a corredo della domanda e che illustri la situazione economico-patrimoniale e finanziaria del debitore. La relazione indica le cause dell’indebitamento e la diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni e contiene l’attestazione di cui all’articolo 268, comma 3, quarto periodo2. [ Art. 268 Liquidazione controllata … 3. … Quando la domanda di apertura della liquidazione controllata è proposta dal debitore persona fisica, si fa luogo all’apertura della liquidazione controllata se l’OCC attesta che è possibile acquisire attivo da distribuire ai creditori, anche mediante l’esercizio di azioni giudiziarie. … ] |
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3. L’OCC, entro sette giorni dal conferimento dell’incarico da parte del debitore, ne da’ notizia all’agente della riscossione e agli uffici fiscali, anche degli enti locali, competenti sulla base dell’ultimo domicilio fiscale dell’istante. | ||
Art. 270 Apertura della liquidazione controllata | ||
1. Il tribunale, in assenza di domande di accesso alle procedure di cui al titolo IV e verificati i presupposti di cui agli articoli 268 e 269, dichiara con sentenza l’apertura della liquidazione controllata. La sentenza produce i suoi effetti anche nei confronti dei soci illimitatamente responsabili. Si applica, in quanto compatibile, l’articolo 256. [ Art. 256 Societa’ con soci a responsabilita’ illimitata 1. La sentenza che dichiara l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale nei confronti di una societa’ appartenente ad uno dei tipi regolati nei capi III, IV e VI del titolo V del libro quinto del codice civile produce l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale anche nei confronti dei soci, pur se non persone fisiche, illimitatamente responsabili. 2. La liquidazione giudiziale nei confronti dei soci di cui al comma 1 non puo’ essere disposta decorso un anno dallo scioglimento del rapporto sociale o dalla cessazione della responsabilita’ illimitata anche in caso di trasformazione, fusione o scissione, se sono state osservate le formalita’ per renderle note ai terzi. La liquidazione giudiziale e’ possibile solo se l’insolvenza della societa’ attenga, in tutto o in parte, a debiti esistenti alla data della cessazione della responsabilita’ illimitata. 3. Il tribunale, prima di disporre la liquidazione giudiziale nei confronti dei soci illimitatamente responsabili, ne ordina la convocazione a norma dell’articolo 41. 4. Se dopo l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale della societa’ risulta l’esistenza di altri soci illimitatamente responsabili, il tribunale, su istanza del curatore, di un creditore, di un socio nei confronti del quale la procedura e’ gia’ stata aperta o del pubblico ministero, dispone l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale nei confronti dei medesimi. L’istanza puo’ essere proposta anche dai soci e dai loro creditori personali. 5. Allo stesso modo si procede quando, dopo l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale nei confronti di un imprenditore individuale o di una societa’, risulta che l’impresa e’ riferibile ad una societa’ di cui l’imprenditore o la societa’ e’ socio illimitatamente responsabile. 6. Contro la sentenza del tribunale e’ ammesso reclamo a norma dell’articolo 51. Al giudizio di reclamo deve partecipare il curatore, il creditore, il socio o il pubblico ministero che proposto la domanda di estensione, nonche’ il creditore che ha proposto il ricorso per l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale. 7. In caso di rigetto della domanda, contro il decreto del tribunale l’istante puo’ proporre reclamo alla corte di appello a norma dell’articolo 50. ] |
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2. Con la sentenza il tribunale: a) nomina il giudice delegato; b) nomina il liquidatore, confermando, in caso di domanda presentata dal debitore, l’OCC di cui all’articolo 269 o scegliendolo nel registro degli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento. In questo ultimo caso la scelta è effettuata di regola tra i gestori aventi il domicilio nel distretto di corte d’appello cui appartiene il tribunale competente e l’eventuale deroga deve essere espressamente motivata e comunicata al presidente del tribunale;3 c) ordina al debitore il deposito entro sette giorni dei bilanci e delle scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonche’ dell’elenco dei creditori; d) assegna ai terzi che vantano diritti sui beni del debitore e ai creditori risultanti dall’elenco depositato un termine non superiore a novanta4 giorni entro il quale, a pena di inammissibilita’, devono trasmettere al liquidatore, a mezzo posta elettronica certificata, la domanda di restituzione, di rivendicazione o di ammissione al passivo, predisposta ai sensi dell’articolo 201; si applica l’articolo 10, comma 3; e) ordina la consegna o il rilascio dei beni facenti parte del patrimonio di liquidazione, salvo che non ritenga, in presenza di gravi e specifiche ragioni, di autorizzare il debitore o il terzo a utilizzare alcuni di essi. Il provvedimento e’ titolo esecutivo ed e’ posto in esecuzione secondo le disposizioni di cui all’articolo 216, comma 2;5 f) dispone l’inserimento della sentenza nel sito internet del tribunale o del Ministero della giustizia. Nel caso in cui il debitore svolga attivita’ d’impresa, la pubblicazione e’ altresi’ effettuata presso il registro delle imprese; g) ordina, quando vi sono beni immobili o beni mobili registrati, la trascrizione della sentenza presso gli uffici competenti. [ Art. 201 Domanda di ammissione al passivo 1. Le domande di ammissione al passivo di un credito o di restituzione o rivendicazione di beni mobili o immobili compresi nella procedura, nonche’ le domande di partecipazione al riparto delle somme ricavate dalla liquidazione di beni compresi nella procedura ipotecati o dati in pegno a garanzia di debiti altrui, si propongono con ricorso da trasmettere a norma del comma 2, almeno trenta giorni prima dell’udienza fissata per l’esame dello stato passivo. 2. Il ricorso puo’ essere sottoscritto anche personalmente dalla parte ed e’ formato ai sensi degli articoli 20, comma 1-bis, ovvero 22, comma 3, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni e, nel termine stabilito dal comma 1, e’ trasmesso all’indirizzo di posta elettronica certificata del curatore indicato nell’avviso di cui all’articolo 200, insieme ai documenti di cui al comma 6. L’originale del titolo di credito allegato al ricorso e’ depositato presso la cancelleria del tribunale. 3. Il ricorso contiene: a) l’indicazione della procedura cui si intende partecipare e le generalita’ del creditore ed il suo numero di codice fiscale; b) la determinazione della somma che si intende insinuare al passivo, ovvero la descrizione del bene di cui si chiede la restituzione o la rivendicazione, ovvero l’ammontare del credito per il quale si intende partecipare al riparto se il debitore nei cui confronti e’ aperta la liquidazione giudiziale e’ terzo datore d’ipoteca o di pegno; c) la succinta esposizione dei fatti e degli elementi di diritto che costituiscono la ragione della domanda; d) l’eventuale indicazione di un titolo di prelazione, nonche’ la descrizione del bene sul quale la prelazione si esercita, se questa ha carattere speciale; e) l’indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata, al quale ricevere tutte le comunicazioni relative alla procedura, le cui variazioni e’ onere comunicare al curatore; e-bis). l’indicazione delle coordinate bancarie. 4. Il ricorso e’ inammissibile se e’ omesso o assolutamente incerto uno dei requisiti di cui alle lettere a), b), o c) del comma 3. Se e’ omesso o assolutamente incerto il requisito di cui alla lettera d), il credito e’ considerato chirografario. 5. Si applica l’articolo 10, comma 3. 6. Al ricorso sono allegati i documenti dimostrativi del diritto fatto valere. 7. Con la domanda di restituzione o rivendicazione, il terzo puo’ chiedere la sospensione della liquidazione dei beni oggetto della domanda. 8. Il ricorso puo’ essere presentato dal rappresentante comune degli obbligazionisti ai sensi dell’articolo 2418, secondo comma, del codice civile, anche per singoli gruppi di creditori. 9. Il giudice ad istanza della parte puo’ disporre che il cancelliere prenda copia dei titoli al portatore o all’ordine presentati e li restituisca con l’annotazione dell’avvenuta domanda di ammissione al passivo. 10. Il procedimento introdotto dalla domanda di cui al comma 1 e’ soggetto alla sospensione feriale dei termini di cui all’articolo 1 della legge 7 ottobre 1969, n. 742. ] [ Art. 10 Comunicazioni telematiche 3. In caso di mancata indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata o delle sue variazioni, oppure di mancata consegna del messaggio elettronico per cause imputabili al destinatario, tutte le comunicazioni ai soggetti di cui ai commi 1, 2 e 2-bis sono eseguite mediante deposito nel fascicolo informatico. ] [ Art. 216 Modalità della liquidazione 2. Le vendite e gli altri atti di liquidazione posti in essere in esecuzione del programma di liquidazione sono effettuati dal curatore o dal delegato alle vendite tramite procedure competitive, anche avvalendosi di soggetti specializzati, sulla base delle stime effettuate ai sensi del comma 1, assicurando, con adeguate forme di pubblicita’, la massima informazione e partecipazione degli interessati. Il curatore informa il giudice delegato dell’andamento delle attivita’ di liquidazione nelle relazioni di cui all’articolo 130, comma 9. Per i beni immobili il curatore pone in essere almeno un esperimento di vendita per il primo anno e due per gli anni successivi. Dopo il terzo esperimento andato deserto il prezzo puo’ essere ribassato fino al limite della meta’ rispetto a quello dell’ultimo esperimento. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 147, comma 2, il giudice delegato ordina la liberazione dei beni immobili occupati dal debitore o da terzi in forza di titolo non opponibile al curatore. Il provvedimento e’ attuato dal curatore secondo le disposizioni del giudice delegato, senza l’osservanza di formalita’ diverse da quelle stabilite dal giudice, anche successivamente alla pronuncia del decreto di trasferimento nell’interesse dell’aggiudicatario se questi non lo esenta. Per l’attuazione dell’ordine di liberazione il giudice delegato puo’ avvalersi della forza pubblica e nominare ausiliari ai sensi dell’articolo 68 del codice di procedura civile. Quando nell’immobile si trovano beni mobili che non devono essere consegnati ovvero documenti inerenti lo svolgimento di attivita’ imprenditoriale o professionale, il curatore intima di asportarli alla parte tenuta al rilascio ovvero al soggetto al quale gli stessi risultano appartenere, assegnandogli il relativo termine, non inferiore a trenta giorni, salvi i casi di urgenza. Dell’intimazione si da’ atto a verbale ovvero, se il soggetto intimato non e’ presente, mediante atto notificato dal curatore. Se l’asporto non e’ eseguito entro il termine assegnato, i beni o i documenti sono considerati abbandonati e il curatore, salvo diversa disposizione del giudice delegato, ne dispone lo smaltimento o la distruzione. Per i beni immobili e gli altri beni iscritti nei pubblici registri, prima del completamento delle operazioni di vendita, e’ data notizia mediante notificazione da parte del curatore, a ciascuno dei creditori ipotecari o i cui crediti siano assistiti da privilegio sul bene. ] |
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3. Al liquidatore nominato dal tribunale ai sensi del comma 2, lettera b), seconda parte, si applicano gli articoli 35, comma 4-bis, 35.1 e 35.2 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. | ||
4. Gli adempimenti di cui al comma 2, lettere f) e g), sono eseguiti a cura del liquidatore; la sentenza e’ notificata al debitore, ai creditori e ai titolari di diritti sui beni oggetto di liquidazione. | ||
5. Si applicano gli articoli 142 e 143 in quanto compatibili e gli articoli 150 e 151; per i casi non regolati dal presente capo si applicano altresì, in quanto compatibili, le disposizioni di cui al titolo III, sezioni II e III.6 [ Art. 142 Beni del debitore 1. La sentenza che dichiara aperta la liquidazione giudiziale priva dalla sua data il debitore dell’amministrazione e della disponibilita’ dei suoi beni esistenti alla data di apertura della liquidazione giudiziale. 2. Sono compresi nella liquidazione giudiziale anche i beni che pervengono al debitore durante la procedura, dedotte le passivita’ incontrate per l’acquisto e la conservazione dei beni medesimi. 3. Il curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori, puo’ rinunziare ad acquisire i beni del debitore, compresi quelli che gli pervengono durante la procedura, qualora i costi da sostenere per il loro acquisto e la loro conservazione risultino superiori al presumibile valore di realizzo dei beni stessi. ] [ Art. 143 Rapporti processuali 1. Nelle controversie, anche in corso, relative a rapporti di diritto patrimoniale del debitore compresi nella liquidazione giudiziale sta in giudizio il curatore. 2. Il debitore puo’ intervenire nel giudizio solo per le questioni dalle quali puo’ dipendere un’imputazione di bancarotta a suo carico o se l’intervento e’ previsto dalla legge. 3. L’apertura della liquidazione giudiziale determina l’interruzione del processo. Il termine per la riassunzione del processo interrotto decorre da quando l’interruzione viene dichiarata dal giudice. ] [ Art. 150 Divieto di azioni esecutive e cautelari individuali 1. Salvo diversa disposizione della legge, dal giorno della dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale nessuna azione individuale esecutiva o cautelare anche per crediti maturati durante la liquidazione giudiziale, puo’ essere iniziata o proseguita sui beni compresi nella procedura. ] [ Art. 151 Concorso dei creditori 1. La liquidazione giudiziale apre il concorso dei creditori sul patrimonio del debitore. 2. Ogni credito, anche se munito di diritto di prelazione o prededucibile, nonche’ ogni diritto reale o personale, mobiliare o immobiliare, deve essere accertato secondo le norme stabilite dal capo III del presente titolo, salvo diverse disposizioni della legge. 3. Le disposizioni del comma 2 si applicano anche ai crediti esentati dal divieto di cui all’articolo 150. ] |
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6. Se un contratto e’ ancora ineseguito o non compiutamente eseguito nelle prestazioni principali da entrambe le parti al momento in cui e’ aperta la procedura di liquidazione controllata, l’esecuzione del contratto rimane sospesa fino a quando il liquidatore, sentito il debitore, dichiara di subentrare nel contratto in luogo del predetto debitore, assumendo, a decorrere dalla data del subentro, tutti i relativi obblighi, ovvero di sciogliersi dal medesimo salvo che, nei contratti ad effetti reali, sia gia’ avvenuto il trasferimento del diritto. Il contraente puo’ mettere in mora il liquidatore, facendogli assegnare dal giudice delegato un termine non superiore a sessanta giorni, decorso il quale il contratto si intende sciolto. In caso di prosecuzione del contratto, sono prededucibili soltanto i crediti maturati nel corso della procedura. In caso di scioglimento del contratto, il contraente ha diritto di far valere nel passivo della liquidazione controllata il credito conseguente al mancato adempimento, senza che gli sia dovuto risarcimento del danno. | ||
Art. 271 Concorso di procedure | ||
1. Se la domanda di liquidazione controllata è proposta dai creditori il debitore, entro la prima udienza, può presentare domanda di accesso a una procedura di cui al titolo IV, capo II, con la documentazione prevista dagli articoli 67, comma 2, o 76, comma 2, o chiedere un termine per presentarla. In caso di richiesta del termine il giudice lo assegna in misura non superiore a sessanta giorni, prorogabile, su istanza del debitore e in presenza di giustificati motivi, fino a ulteriori sessanta giorni.7 [ Titolo IV Strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza Capo II Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento ] [ Art. 67 Procedura di ristrutturazione dei debiti … 2. La domanda e’ corredata dell’elenco: a) di tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute e delle cause di prelazione; b) della consistenza e della composizione del patrimonio; c) degli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione compiuti negli ultimi cinque anni; d) delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni; e) degli stipendi, delle pensioni, dei salari e di tutte le altre entrate del debitore e del suo nucleo familiare, con l’indicazione di quanto occorre al mantenimento della sua famiglia. … ] [ Art. 76 Presentazione della domanda e attivita’ dell’OCC … 2. Alla domanda deve essere allegata una relazione particolareggiata dell’OCC, che comprende: a) l’indicazione delle cause dell’indebitamento e della diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni; b) l’esposizione delle ragioni dell’incapacita’ del debitore di adempiere le obbligazioni assunte; c) l’indicazione della eventuale esistenza di atti in frode o di atti del debitore impugnati dai creditori; d) la valutazione sulla completezza e attendibilita’ della documentazione depositata a corredo della domanda, nonche’ sulla fattibilita’ del piano e sulla convenienza dello stesso rispetto all’alternativa della liquidazione controllata; e) l’indicazione presumibile dei costi della procedura. f) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136 g) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136 … ] |
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2. Nella pendenza del termine di cui al comma 1, non può essere dichiarata aperta la liquidazione controllata e il giudice, su domanda del debitore, può concedere le misure previste dall’articolo 70, comma 4, o dall’articolo 78, comma 2, lettera d). Alla scadenza del termine di cui al comma 1, senza che il debitore abbia presentato la domanda, oppure in ogni caso di mancata apertura o cessazione delle procedure di cui al titolo IV, capo II, il tribunale provvede ai sensi dell’articolo 270, commi 1 e 2.8 | ||
Art. 272 Elenco dei creditori, inventario dei beni e programma di liquidazione | ||
1. Il liquidatore entro trenta giorni dalla comunicazione della sentenza aggiorna l’elenco dei creditori, ai quali notifica la sentenza ai sensi dell’articolo 270, comma 4. Il termine di cui all’articolo 270, comma 2, lettera d), puo’ essere prorogato di trenta giorni. | ||
2. Entro novanta giorni dall’apertura della liquidazione controllata il liquidatore completa l’inventario dei beni del debitore e redige un programma in ordine a tempi e modalita’ della liquidazione e lo deposita. Si applica l’articolo 213, commi 2, 3 e 4, in quanto compatibile. Il programma è approvato dal giudice delegato.9 [ Art. 213 Programma di liquidazione 2. Il curatore, fermo quanto previsto dall’articolo 142, comma 3, e previa autorizzazione del comitato dei creditori, puo’ rinunciare a liquidare uno o piu’ beni, se l’attivita’ di liquidazione appare manifestamente non conveniente. In questo caso, il curatore notifica l’istanza e la relativa autorizzazione ai competenti uffici per l’annotazione nei pubblici registri e ne da’ comunicazione ai creditori i quali, in deroga a quanto previsto nell’articolo 150, possono iniziare azioni esecutive o cautelari sui beni rimessi nella disponibilita’ del debitore. Si presume manifestamente non conveniente la prosecuzione dell’attivita’ di liquidazione dopo sei esperimenti di vendita cui non ha fatto seguito l’aggiudicazione, salvo che il giudice delegato non autorizzi il curatore a continuare l’attivita’ liquidatoria, in presenza di giustificati motivi. 3. Il programma e’ suddiviso in sezioni in cui sono indicati separatamente criteri e modalita’ della liquidazione dei beni immobili, della liquidazione degli altri beni e della riscossione dei crediti, con indicazione dei costi e dei presumibili tempi di realizzo. Nel programma sono, inoltre, indicati le azioni giudiziali di qualunque natura e il subentro nelle liti pendenti, con i costi per il primo grado di giudizio. Sono, altresi’, indicati gli esiti delle liquidazioni gia’ compiute. 4. Il programma indica gli atti necessari per la conservazione del valore dell’impresa, quali l’esercizio dell’impresa del debitore e l’affitto di azienda, ancorche’ relativi a singoli rami dell’azienda, nonche’ le modalita’ di cessione unitaria dell’azienda, di singoli rami, di beni o di rapporti giuridici individuabili in blocco. … ] |
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3. Il programma deve assicurare la ragionevole durata della procedura. La procedura rimane aperta sino alla completa esecuzione delle operazioni di liquidazione e, in ogni caso, per tre anni decorrenti dalla data di apertura. La procedura è chiusa anche anteriormente, su istanza del liquidatore, se risulta che non può essere acquisito ulteriore attivo da distribuire. | ||
3-bis. Sono compresi nella liquidazione controllata anche i beni che pervengono al debitore sino alla sua esdebitazione, dedotte le passività incontrate per l’acquisto e la conservazione dei beni medesimi. | ||
Art. 273 Formazione del passivo10 | ||
1. Scaduti i termini per la proposizione delle domande di cui all’articolo 270, comma 2, lettera d), il liquidatore predispone un progetto di stato passivo, comprendente un elenco dei titolari di diritti sui beni mobili e immobili di proprietà o in possesso del debitore, e lo comunica agli interessati all’indirizzo di posta elettronica certificato indicato nella domanda. In mancanza della predetta indicazione, il progetto si intende comunicato mediante deposito nel fascicolo informatico.11 | ||
2. Entro quindici giorni possono essere proposte osservazioni, con le modalità di cui all’articolo 201, comma 2.12 [ Art. 201 Domanda di ammissione al passivo 2. Il ricorso puo’ essere sottoscritto anche personalmente dalla parte ed e’ formato ai sensi degli articoli 20, comma 1-bis, ovvero 22, comma 3, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni e, nel termine stabilito dal comma 1, e’ trasmesso all’indirizzo di posta elettronica certificata del curatore indicato nell’avviso di cui all’articolo 200, insieme ai documenti di cui al comma 6. L’originale del titolo di credito allegato al ricorso e’ depositato presso la cancelleria del tribunale. … ] |
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3. Entro i quindici giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 2, il liquidatore, esaminate le osservazioni, forma lo stato passivo, lo deposita nel fascicolo informatico e lo comunica ai sensi del comma 1. Con il deposito lo stato passivo diventa esecutivo.13 | ||
4. Le opposizioni e le impugnazioni allo stato passivo si propongono con reclamo ai sensi dell’articolo 133. Il decreto del giudice delegato è comunicato dalla cancelleria alle parti che, nei successivi trenta giorni, possono proporre ricorso per cassazione.14 [ Art. 133 Reclamo contro gli atti e le omissioni del curatore 1. Contro gli atti di amministrazione e le omissioni del curatore, il comitato dei creditori, il debitore e ogni altro interessato possono proporre reclamo, per violazione di legge, con ricorso al giudice delegato entro otto giorni dalla conoscenza dell’atto o, in caso di omissione, dalla scadenza del termine indicato nella diffida a provvedere. Il giudice delegato, sentite le parti, decide sul reclamo, omessa ogni formalita’ non indispensabile al contraddittorio. 2. Se il reclamo e’ accolto, il curatore deve conformarsi alla decisione del giudice delegato. 3. Contro il decreto del giudice delegato puo’ essere proposto il reclamo previsto dall’articolo 124. ] |
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5. Decorso il termine di cui al comma 1, e comunque fino a quando non siano esaurite tutte le ripartizioni dell’attivo della liquidazione, la domanda tardiva è ammissibile solo se l’istante prova che il ritardo è dipeso da causa a lui non imputabile e se trasmette la domanda al liquidatore non oltre sessanta giorni dal momento in cui è cessata la causa che ne ha impedito il deposito tempestivo. Il procedimento di accertamento delle domande tardive si svolge nelle stesse forme di cui ai commi da 1 a 4.15 | ||
Art. 274 Azioni del liquidatore | ||
1. Il liquidatore, autorizzato dal giudice delegato, esercita o se pendente, prosegue, ogni azione prevista dalla legge finalizzata a conseguire la disponibilita’ dei beni compresi nel patrimonio del debitore e ogni azione diretta al recupero dei crediti. | ||
2. Il liquidatore, sempre con l’autorizzazione del giudice delegato, esercita o, se pendenti, prosegue le azioni dirette a far dichiarare inefficaci gli atti compiuti dal debitore in pregiudizio dei creditori, secondo le norme del codice civile. | ||
3. Il giudice delegato autorizza il liquidatore ad esercitare o proseguire le azioni di cui ai commi 1 e 2, quando e’ utile per il miglior soddisfacimento dei creditori e, su proposta del liquidatore, liquida i compensi e dispone l’eventuale revoca dell’incarico conferito alle persone la cui opera è stata richiesta dal medesimo liquidatore. | ||
Art. 275 Esecuzione del programma di liquidazione | ||
1. Il programma di liquidazione e’ eseguito dal liquidatore, che ogni sei mesi ne riferisce al giudice delegato. Il mancato deposito delle relazioni semestrali costituisce causa di revoca dell’incarico ed e’ valutato ai fini della liquidazione del compenso. | ||
2. Il liquidatore ha l’amministrazione dei beni che compongono il patrimonio di liquidazione. Si applicano le disposizioni sulle vendite nella liquidazione giudiziale, in quanto compatibili. Eseguita la vendita e riscosso interamente il prezzo, il giudice ordina la cancellazione delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione, delle trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi nonche’ di ogni altro vincolo. [ Art. 216 Modalità della liquidazione 1. I beni acquisiti all’attivo della procedura sono stimati da esperti nominati dal curatore ai sensi dell’articolo 129, comma 2. La relazione di stima deve essere depositata con modalita’ telematiche nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici, nonche’ delle apposite specifiche tecniche del responsabile per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia. I modelli informatici delle relazioni di stima sono pubblicati sul portale delle vendite pubbliche e, quando la stima riguarda un bene immobile, deve contenere le informazioni previste dall’articolo 173-bis delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile. L’inosservanza della disposizione di cui al secondo periodo costituisce motivo di revoca dell’incarico. La stima puo’ essere omessa per i beni di modesto valore. Il compenso dell’esperto e’ liquidato a norma dell’articolo 161, terzo comma, delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile. 2. Le vendite e gli altri atti di liquidazione posti in essere in esecuzione del programma di liquidazione sono effettuati dal curatore o dal delegato alle vendite tramite procedure competitive, anche avvalendosi di soggetti specializzati, sulla base delle stime effettuate ai sensi del comma 1, assicurando, con adeguate forme di pubblicita’, la massima informazione e partecipazione degli interessati. Il curatore informa il giudice delegato dell’andamento delle attivita’ di liquidazione nelle relazioni di cui all’articolo 130, comma 9. Per i beni immobili il curatore pone in essere almeno un esperimento di vendita per il primo anno e due per gli anni successivi. Dopo il terzo esperimento andato deserto il prezzo puo’ essere ribassato fino al limite della meta’ rispetto a quello dell’ultimo esperimento. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 147, comma 2, il giudice delegato ordina la liberazione dei beni immobili occupati dal debitore o da terzi in forza di titolo non opponibile al curatore. Il provvedimento e’ attuato dal curatore secondo le disposizioni del giudice delegato, senza l’osservanza di formalita’ diverse da quelle stabilite dal giudice, anche successivamente alla pronuncia del decreto di trasferimento nell’interesse dell’aggiudicatario se questi non lo esenta. Per l’attuazione dell’ordine di liberazione il giudice delegato puo’ avvalersi della forza pubblica e nominare ausiliari ai sensi dell’articolo 68 del codice di procedura civile. Quando nell’immobile si trovano beni mobili che non devono essere consegnati ovvero documenti inerenti lo svolgimento di attivita’ imprenditoriale o professionale, il curatore intima di asportarli alla parte tenuta al rilascio ovvero al soggetto al quale gli stessi risultano appartenere, assegnandogli il relativo termine, non inferiore a trenta giorni, salvi i casi di urgenza. Dell’intimazione si da’ atto a verbale ovvero, se il soggetto intimato non e’ presente, mediante atto notificato dal curatore. Se l’asporto non e’ eseguito entro il termine assegnato, i beni o i documenti sono considerati abbandonati e il curatore, salvo diversa disposizione del giudice delegato, ne dispone lo smaltimento o la distruzione. Per i beni immobili e gli altri beni iscritti nei pubblici registri, prima del completamento delle operazioni di vendita, e’ data notizia mediante notificazione da parte del curatore, a ciascuno dei creditori ipotecari o i cui crediti siano assistiti da privilegio sul bene. 3. Il curatore puo’ proporre nel programma di liquidazione che le vendite dei beni mobili, immobili e mobili registrati vengano effettuate dal giudice delegato secondo le disposizioni del codice di procedura civile in quanto compatibili. 4. Le vendite di cui ai commi 2 e 3 sono effettuate con modalita’ telematiche tramite il portale delle vendite pubbliche, salvo che tali modalita’ siano pregiudizievoli per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura. 5. Il curatore effettua la pubblicita’, sul portale delle vendite pubbliche, dell’avviso contenente tutti i dati che possono interessare il pubblico o della ordinanza di vendita e di ogni altro atto o documento ritenuto utile e puo’ ricorrere anche a ulteriori forme di pubblicita’ idonee ad assicurare la massima informazione e partecipazione degli interessati, da effettuarsi almeno trenta giorni prima della vendita. Il termine puo’ essere ridotto, previa autorizzazione del giudice delegato, esclusivamente nei casi di assoluta urgenza. 6. Gli interessati a presentare l’offerta di acquisto formulano tramite il portale delle vendite pubbliche la richiesta di esaminare i beni in vendita. Essi hanno diritto di esaminare i beni in vendita entro quindici giorni dalla richiesta o nel diverso termine stabilito dal giudice delegato. La richiesta non puo’ essere resa nota a persona diversa dal curatore o dal delegato alla vendita. L’esame dei beni si svolge con modalita’ idonee a garantire la riservatezza dell’identita’ degli interessati e ad impedire che essi abbiano contatti tra loro. 7. L’offerta non e’ efficace se perviene oltre il termine stabilito nell’avviso di cui al comma 5 o nell’ordinanza di vendita o se l’offerente non presta cauzione nella misura indicata. Le offerte di acquisto sono efficaci anche se inferiori di non oltre un quarto al prezzo stabilito nell’avviso di cui al comma 5 o nell’ordinanza di vendita e sono presentate tramite il portale delle vendite pubbliche. 8. Le vendite e gli atti di liquidazione possono prevedere che il versamento del prezzo abbia luogo ratealmente; si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui agli articoli 569, terzo comma, terzo periodo, 574, primo comma, secondo periodo, 585 e 587, primo comma, secondo periodo, del codice di procedura civile. 9. Il curatore informa il giudice delegato e il comitato dei creditori dell’esito della procedura di vendita o liquidazione di ciascun bene entro cinque giorni dalla sua conclusione mediante deposito nel fascicolo informatico della documentazione relativa alla vendita. 10. Se alla data di apertura della liquidazione sono pendenti procedure esecutive, il curatore puo’ subentrarvi; in tale caso si applicano le disposizioni del codice di procedura civile; altrimenti, su istanza del curatore, il giudice dell’esecuzione dichiara l’improcedibilita’ dell’esecuzione, fermi restando gli effetti conservativi sostanziali del pignoramento in favore dei creditori. 11. I dati delle relazioni di stima di cui al comma 1 sono estratti ed elaborati, a cura del Ministero della giustizia, anche nell’ambito di rilevazioni statistiche nazionali e pubblicati sul portale delle vendite pubbliche. 12. Con regolamento del Ministro della giustizia, da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti requisiti di onorabilita’ e professionalita’ dei soggetti specializzati dei quali il curatore puo’ avvalersi ai sensi del comma 2. ] |
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3. Terminata l’esecuzione, il liquidatore presenta al giudice il rendiconto. Il giudice verifica la conformita’ degli atti dispositivi al programma di liquidazione e, se approva il rendiconto, procede alla liquidazione del compenso dell’OCC, in caso di nomina quale liquidatore e tenuto conto di quanto eventualmente convenuto dall’organismo con il debitore, o del liquidatore se diverso dall’OCC.16 Il compenso è determinato ai sensi del decreto del Ministro della Giustizia del 24 settembre 2014, n. 202. |
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4. Il giudice, se non approva il rendiconto, indica gli atti necessari al completamento della liquidazione ovvero le opportune rettifiche ed integrazioni del rendiconto, nonche’ un termine per il loro compimento. Se le prescrizioni non sono adempiute nel termine, anche prorogato, il giudice provvede alla sostituzione del liquidatore e nella liquidazione del compenso tiene conto della diligenza prestata, con possibilita’ di escludere in tutto o in parte il compenso stesso. | ||
5. Il liquidatore provvede alla distribuzione delle somme ricavate dalla liquidazione secondo l’ordine delle cause di prelazione risultante dallo stato passivo, previa formazione di un progetto di riparto da comunicare al debitore e ai creditori, con termine non superiore a giorni quindici per osservazioni. In assenza di contestazioni, comunica il progetto di riparto al giudice che senza indugio ne autorizza l’esecuzione.17 | ||
6. Se sorgono contestazioni sul progetto di riparto, il liquidatore verifica la possibilita’ di componimento e vi apporta le modifiche che ritiene opportune. Altrimenti rimette gli atti al giudice delegato, il quale provvede con decreto motivato, reclamabile ai sensi dell’articolo 124. [ Art. 124 Reclamo contro i decreti del giudice delegato e del tribunale 1. Salvo che sia diversamente disposto, contro i decreti del giudice delegato e del tribunale il curatore, il comitato dei creditori, il debitore e ogni altro interessato possono proporre reclamo, rispettivamente, al tribunale o alla corte di appello nel termine perentorio di dieci giorni dalla comunicazione o dalla notificazione per il curatore, per il debitore, per il comitato dei creditori e per chi ha chiesto o nei cui confronti e’ stato chiesto il provvedimento. Per gli altri interessati, il termine decorre dall’esecuzione delle formalita’ pubblicitarie previste dalla legge o disposte dal giudice delegato o dal tribunale, se quest’ultimo ha emesso il provvedimento. 2. In ogni caso il reclamo non puo’ piu’ proporsi decorsi novanta giorni dal deposito del provvedimento nel fascicolo della procedura. 3. Il reclamo si propone con ricorso, che deve contenere: a) l’indicazione del tribunale o della corte di appello competente, del giudice delegato e della procedura di liquidazione giudiziale; b) le generalita’, il codice fiscale del ricorrente e il nome e il domicilio digitale del difensore; c) l’esposizione dei motivi su cui si basa il reclamo, con le relative conclusioni; d) l’indicazione dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e dei documenti prodotti. 4. Il reclamo non sospende l’esecuzione del provvedimento impugnato. 5. Il presidente con decreto designa il relatore e fissa l’udienza di comparizione entro quaranta giorni dal deposito del ricorso. 6. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione dell’udienza, deve essere notificato, a cura del reclamante, al curatore, mediante trasmissione al domicilio digitale della procedura, e ai controinteressati, entro cinque giorni dalla comunicazione del decreto. 7. Tra la data della notificazione e quella dell’udienza deve intercorrere un termine non minore di quindici giorni. 8. Il resistente deve costituirsi almeno cinque giorni prima dell’udienza, depositando memoria contenente l’indicazione delle proprie generalita’ e del suo codice fiscale, nonche’ il nome e domicilio digitale del difensore, nonche’ l’esposizione delle difese in fatto e in diritto, oltre all’indicazione dei mezzi di prova e dei documenti prodotti. 9. Ogni altro interessato puo’ intervenire nel termine e nei modi previsti dal comma 8. 10. I termini di cui ai commi 7 e 8 possono essere abbreviati dal presidente, con decreto motivato, se ricorrono ragioni di urgenza. 11. All’udienza il collegio, sentite le parti, ammette o assume anche d’ufficio i mezzi di prova, se non ritiene di delegarne l’assunzione al relatore. 12. Entro trenta giorni dall’udienza di comparizione, il collegio provvede sul reclamo con decreto motivato. ] |
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6-bis. Nella ripartizione dell’attivo si applicano gli articoli 221, 223, 224, 225, 226, 227, 229, 230, 232, commi 3, 4 e 5. [ Art. 221 Ordine di distribuzione delle somme 1. Le somme ricavate dalla liquidazione dell’attivo sono erogate nel seguente ordine: a) per il pagamento dei crediti prededucibili; b) per il pagamento dei crediti ammessi con prelazione sulle cose vendute secondo l’ordine assegnato dalla legge; c) per il pagamento dei creditori chirografari, in proporzione dell’ammontare del credito per cui ciascuno di essi sia stato ammesso, compresi i creditori indicati alla lettera b), qualora non sia stata ancora realizzata la garanzia, ovvero per la parte per cui essi siamo rimasti non soddisfatti dal relativo realizzo; d) per il pagamento dei crediti postergati. ] [ Art. 223 Conti speciali 1. La massa liquida attiva immobiliare e’ costituita dalle somme ricavate dalla liquidazione dei beni immobili, come definiti dall’articolo 812 del codice civile, e dei loro frutti e pertinenze, nonche’ dalla quota proporzionale di interessi attivi liquidati sui depositi delle relative somme. 2. La massa liquida attiva mobiliare e’ costituita da tutte le altre entrate. 3. Il curatore deve tenere un conto autonomo delle vendite dei singoli beni immobili oggetto di privilegio speciale e di ipoteca e dei singoli beni mobili o gruppo di mobili oggetto di pegno e privilegio speciale, con analitica indicazione delle entrate e delle uscite di carattere specifico e della quota di quelle di carattere generale imputabili a ciascun bene o gruppo di beni secondo un criterio proporzionale. ] [ Art. 224 Crediti assistiti da prelazione 1. I crediti assistiti da privilegio generale hanno diritto di prelazione per il capitale, le spese e gli interessi, nei limiti di cui agli articoli 153 e 154, sul prezzo ricavato dalla liquidazione del patrimonio mobiliare, sul quale concorrono in un’unica graduatoria con i crediti garantiti da privilegio speciale mobiliare, secondo il grado previsto dalla legge. 2. I crediti garantiti da ipoteca e pegno e quelli assistiti da privilegio speciale hanno diritto di prelazione per il capitale, le spese e gli interessi, nei limiti di cui agli articoli 153 e 154, sul prezzo ricavato dai beni vincolati alla loro garanzia. ] [ Art. 225 Partecipazione dei creditori ammessi tardivamente 1. I creditori ammessi a norma dell’articolo 208 concorrono soltanto alle ripartizioni posteriori alla loro ammissione in proporzione del rispettivo credito, salvo il diritto di prelevare le quote che sarebbero loro spettate nelle precedenti ripartizioni se assistiti da cause di prelazione o se il ritardo e’ dipeso da cause ad essi non imputabili. ] [Art. 226 Ripartizioni e diritti in favore del creditore con domanda tardiva 1. Il creditore ammesso a norma dell’articolo 208 ha diritto di concorrere sulle somme gia’ distribuite nei limiti di quanto stabilito nell’articolo 225. Il titolare di diritti su beni mobili o immobili, se prova che il ritardo nella presentazione della domanda e’ dipeso da causa non imputabile, puo’ chiedere che siano sospese le attivita’ di liquidazione del bene sino all’accertamento del diritto. Si applica l’articolo 208, comma 3. ] [ Art. 227 Ripartizioni parziali 1. Nelle ripartizioni parziali, che non possono superare l’ottanta per cento delle somme da ripartire, devono essere trattenute e depositate, nei modi stabiliti dal giudice delegato, le quote assegnate: a) ai creditori ammessi con riserva; b) LETTERA SOPPRESSA DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136; c) ai creditori opponenti la cui domanda e’ stata accolta quando la sentenza non e’ passata in giudicato; d) ai creditori nei cui confronti sono stati proposti i giudizi di impugnazione e di revocazione. 2. Le somme ritenute necessarie per spese future, per soddisfare il compenso al curatore e ogni altro debito prededucibile devono essere trattenute. In questo caso, l’ammontare della quota da ripartire indicata nel comma 1 deve essere ridotta se la misura dell’ottanta per cento appare insufficiente. 3. Devono essere altresi’ trattenute e depositate nei modi stabiliti dal giudice delegato le somme ricevute dalla procedura per effetto di provvedimenti provvisoriamente esecutivi e non ancora passati in giudicato. ] [ Art. 229 Restituzione di somme riscosse 1. I pagamenti effettuati in esecuzione dei piani di riparto non possono essere ripetuti, salvo il caso dell’accoglimento di domande di revocazione. 2. I creditori che hanno percepito pagamenti non dovuti, devono restituire le somme riscosse, oltre agli interessi legali dal momento del pagamento effettuato a loro favore. ] [ Art. 230 Pagamento ai creditori 1. Il curatore provvede al pagamento delle somme assegnate ai creditori nel piano di ripartizione nei modi stabiliti dal giudice delegato, idonei ad assicurare la prova del pagamento stesso. 2. Se prima della ripartizione i crediti ammessi sono stati ceduti, il curatore attribuisce le quote di riparto ai cessionari, qualora la cessione sia stata tempestivamente comunicata, unitamente alla documentazione che attesti, con atto recante le sottoscrizioni autenticate di cedente e cessionario, l’intervenuta cessione. In questo caso, il curatore provvede alla rettifica formale dello stato passivo. Le stesse disposizioni si applicano in caso di surrogazione del creditore. ] [ Art. 232 Ripartizione finale … 3. Il giudice delegato, nel rispetto delle cause di prelazione, puo’ disporre che a singoli creditori che vi consentono siano assegnati, in luogo delle somme agli stessi spettanti, crediti di imposta del debitore non ancora rimborsati. 4. Per i creditori che non si presentano o sono irreperibili le somme dovute sono nuovamente depositate presso l’ufficio postale o la banca gia’ indicati ai sensi dell’articolo 131. Decorsi cinque anni dal deposito, le somme non riscosse dagli aventi diritto e i relativi interessi, se non richieste da altri creditori, rimasti insoddisfatti, sono versate a cura del depositario all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, allo stato di previsione del Ministero della giustizia. 5. Il giudice, anche se e’ intervenuta l’esdebitazione del debitore, omessa ogni formalita’ non essenziale al contraddittorio, su ricorso dei creditori rimasti insoddisfatti che abbiano presentato la richiesta di cui al comma 4, dispone la distribuzione delle somme non riscosse fra i soli richiedenti e in base all’articolo 221. … ] |
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Art. 275-bis Disciplina dei crediti prededucibili | ||
1. I crediti prededucibili sono accertati con le modalità di cui all’articolo 273, con esclusione di quelli non contestati per collocazione e ammontare, anche se sorti durante l’esercizio dell’impresa del debitore, e di quelli sorti a seguito di provvedimenti di liquidazione di compensi dei soggetti nominati nel corso della procedura; in questo ultimo caso, se contestati, devono essere accertati con le modalità di cui all’articolo 273. | ||
2. I crediti prededucibili sono soddisfatti con preferenza rispetto agli altri, con esclusione di quanto ricavato dalla liquidazione dei beni oggetto di pegno e ipoteca per la parte destinata ai creditori garantiti. Si applica l’articolo 223, comma 3. [ Art. 223 Conti speciali … 3. Il curatore deve tenere un conto autonomo delle vendite dei singoli beni immobili oggetto di privilegio speciale e di ipoteca e dei singoli beni mobili o gruppo di mobili oggetto di pegno e privilegio speciale, con analitica indicazione delle entrate e delle uscite di carattere specifico e della quota di quelle di carattere generale imputabili a ciascun bene o gruppo di beni secondo un criterio proporzionale. ] |
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3. I crediti prededucibili sorti nel corso della procedura che sono liquidi, esigibili e non contestati per collocazione e per ammontare, possono essere soddisfatti al di fuori del procedimento di riparto se l’attivo è presumibilmente sufficiente a soddisfare tutti i titolari di tali crediti. Il pagamento è autorizzato dal giudice delegato. | ||
4. Se l’attivo è insufficiente, la distribuzione deve avvenire secondo i criteri della graduazione e della proporzionalità, conformemente all’ordine assegnato dalla legge. | ||
Art. 276 Chiusura della procedura | ||
1. La procedura si chiude con decreto motivato del tribunale, su istanza del liquidatore o del debitore ovvero d’ufficio. Unitamente all’istanza di cui al primo periodo il liquidatore deposita una relazione nella quale dà atto di ogni fatto rilevante per la concessione o per il diniego del beneficio dell’esdebitazione. Si applica l’articolo 233, in quanto compatibile. [ Art. 233 Casi di chiusura 1. Salvo quanto disposto per il caso di concordato, la procedura di liquidazione giudiziale si chiude: a) se nel termine stabilito nella sentenza con cui e’ stata dichiarata aperta la procedura non sono state proposte domande di ammissione al passivo; b) quando, anche prima che sia compiuta la ripartizione finale dell’attivo, le ripartizioni ai creditori raggiungono l’intero ammontare dei crediti ammessi, o questi sono in altro modo estinti e sono pagati tutti i debiti e le spese da soddisfare in prededuzione; c) quando e’ compiuta la ripartizione finale dell’attivo; d) quando nel corso della procedura si accerta che la sua prosecuzione non consente di soddisfare, neppure in parte, i creditori concorsuali, ne’ i crediti prededucibili e le spese di procedura. Tale circostanza puo’ essere accertata con la relazione o con i successivi rapporti riepilogativi di cui all’articolo 130. 2. In caso di chiusura della procedura di liquidazione giudiziale di societa’ di capitali, nei casi di cui al comma 1, lettere a) e b), il curatore convoca l’assemblea ordinaria dei soci per le deliberazioni necessarie ai fini della ripresa dell’attivita’ o della sua cessazione ovvero per la trattazione di argomenti sollecitati, con richiesta scritta, da un numero di soci che rappresenti il venti per cento del capitale sociale. Nei casi di chiusura di cui al comma 1, lettere c) e d), ove si tratti di procedura di liquidazione giudiziale di societa’ e fatto salvo quanto previsto dall’articolo 234, comma 6, secondo periodo, il curatore ne chiede la cancellazione dal registro delle imprese. 3. La chiusura della procedura di liquidazione giudiziale della societa’ nei casi di cui alle lettere a) e b) determina anche la chiusura della procedura estesa ai soci ai sensi dell’articolo 256, salvo che nei confronti del socio non sia stata aperta una procedura di liquidazione giudiziale come imprenditore individuale. ] |
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2. Con decreto di chiusura, il giudice, su istanza del liquidatore, autorizza il pagamento del compenso liquidato ai sensi dell’articolo 275, comma 3 e lo svincolo delle somme eventualmente accantonate. | ||
Art. 277 Creditori posteriori | ||
1. I creditori con causa o titolo posteriore al momento dell’esecuzione della pubblicita’ di cui all’articolo 270, comma 2, lettera f), non possono procedere esecutivamente sui beni oggetto di liquidazione. | ||
2.18 |
Capo X Esdebitazione | ||
Sezione I Disposizioni generali in materia di esdebitazione19 | ||
Art. 278 Oggetto e ambito di applicazione | ||
1. L’esdebitazione consiste nella liberazione dai debiti e comporta la inesigibilita’ dal debitore dei crediti rimasti insoddisfatti nell’ambito di una procedura di liquidazione giudiziale o di liquidazione controllata. Con l’esdebitazione vengono meno le cause di ineleggibilita’ e di decadenza collegate all’apertura della liquidazione giudiziale. 2. Nei confronti dei creditori per fatto o causa anteriori che non hanno partecipato al concorso l’esdebitazione opera per la sola parte eccedente la percentuale attribuita nel concorso ai creditori di pari grado. 3. Possono accedere all’esdebitazione, secondo le norme del presente capo, tutti i debitori di cui all’articolo 1, comma 1. [ Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente codice disciplina le situazioni di crisi o insolvenza del debitore, sia esso consumatore o professionista, ovvero imprenditore che eserciti, anche non a fini di lucro, un’attivita’ commerciale, artigiana o agricola, operando quale persona fisica, persona giuridica o altro ente collettivo, gruppo di imprese o societa’ pubblica, con esclusione dello Stato e degli enti pubblici. ] 4. Se il debitore e’ una societa’ o altro ente, le condizioni stabilite nell’articolo 280 devono sussistere nei confronti dei soci illimitatamente responsabili e dei legali rappresentanti. 5. L’esdebitazione della societa’ ha efficacia nei confronti dei soci illimitatamente responsabili. 6. Sono salvi i diritti vantati dai creditori nei confronti dei coobbligati e dei fideiussori del debitore, nonche’ degli obbligati in via di regresso. 7. Restano esclusi dall’esdebitazione: a) gli obblighi di mantenimento e alimentari; b) i debiti per il risarcimento dei danni da fatto illecito extracontrattuale, nonche’ le sanzioni penali e amministrative di carattere pecuniario che non siano accessorie a debiti estinti. |
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Art. 279 Condizioni temporali di accesso | ||
1. Salvo il disposto degli articoli 280 e 282, comma 2, il debitore ha diritto a conseguire l’esdebitazione decorsi tre anni dall’apertura della procedura di liquidazione o al momento della chiusura della procedura, se antecedente. |
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Sezione Ibis Disposizioni in materia di esdebitazione nella liquidazione giudiziale | ||
Art. 280 Condizioni per l’esdebitazione | ||
1. Il debitore e’ ammesso al beneficio della liberazione dai debiti a condizione che: a) non sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per bancarotta fraudolenta o per delitti contro l’economia pubblica, l’industria e il commercio, o altri delitti compiuti in connessione con l’esercizio dell’attivita’ d’impresa, salvo che per essi sia intervenuta la riabilitazione. Se e’ in corso il procedimento penale per uno di tali reati o v’e’ stata applicazione di una delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, il tribunale rinvia la decisione sull’esdebitazione fino all’esito del relativo procedimento; b) non abbia distratto l’attivo o esposto passivita’ insussistenti, cagionato o aggravato il dissesto rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari o fatto ricorso abusivo al credito; c) non abbia ostacolato o rallentato lo svolgimento della procedura e abbia fornito agli organi ad essa preposti tutte le informazioni utili e i documenti necessari per il suo buon andamento; d) non abbia beneficiato di altra esdebitazione nei cinque anni precedenti la scadenza del termine per l’esdebitazione; e) non abbia gia’ beneficiato dell’esdebitazione per due volte. |
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Art. 281 Procedimento | ||
1. Il tribunale, su istanza del debitore, contestualmente alla pronuncia del decreto di chiusura della procedura, salvo il disposto di cui all’articolo 280, comma 1, lettera a), secondo periodo, sentiti gli organi della stessa e verificata la sussistenza delle condizioni di cui agli articoli 278, 279 e 280, dichiara inesigibili nei confronti del debitore i debiti concorsuali non soddisfatti. L’istanza del debitore e’ comunicata a cura del curatore ai creditori ammessi al passivo i quali possono presentare osservazioni nel termine di quindici giorni. 2. Allo stesso modo il tribunale provvede quando siano decorsi almeno tre anni dalla data in cui e’ stata aperta la procedura di liquidazione giudiziale. 3. Ai fini di cui al comma 1, il curatore da’ atto, nel rapporto riepilogativo di cui all’articolo 235, comma 1, dei fatti rilevanti per la concessione o il diniego del beneficio. 4. Il decreto del tribunale e’ comunicato agli organi della procedura, al pubblico ministero, al debitore e ai creditori ammessi al passivo non integralmente soddisfatti, i quali possono proporre reclamo a norma dell’articolo 124 nel termine di trenta giorni. Il decreto e’ iscritto nel registro delle imprese su richiesta del cancelliere. 5. L’esdebitazione non ha effetti sui giudizi in corso e sulle operazioni liquidatorie, anche se posteriori alla chiusura della liquidazione giudiziale disposta a norma dell’articolo 234. 6. Quando dall’esito dei predetti giudizi e operazioni deriva un maggior riparto a favore dei creditori, l’esdebitazione ha effetto solo per la parte definitivamente non soddisfatta. |
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Sezione II Disposizioni in materia di esdebitazione del soggetto sovraindebitato | ||
Art. 282 Condizioni e procedimento di esdebitazione20 | ||
1. Per le procedure di liquidazione controllata, l’esdebitazione opera a seguito del provvedimento di chiusura o anteriormente, decorsi tre anni dalla sua apertura, ed è dichiarata, su istanza del debitore o su segnalazione del liquidatore, con decreto motivato del tribunale, iscritto al registro delle imprese su richiesta del cancelliere. Se l’esdebitazione opera anteriormente alla chiusura, nella segnalazione si dà atto dei fatti rilevanti per la concessione o il diniego del beneficio. Il decreto che dichiara l’esdebitazione del consumatore o del professionista è pubblicato in apposita area del sito web del tribunale o del Ministero della giustizia. L’istanza del debitore è comunicata a cura del liquidatore ai creditori ammessi al passivo, i quali possono presentare osservazioni nel termine di quindici giorni.21 | ||
2. L’esdebitazione opera se ricorrono le condizioni di cui all’articolo 280, se il debitore non è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per uno dei reati previsti dall’articolo 344 e se non22 ha determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode. [ Art. 280 Condizioni per l’esdebitazione 1. Il debitore e’ ammesso al beneficio della liberazione dai debiti a condizione che: a) non sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per bancarotta fraudolenta o per delitti contro l’economia pubblica, l’industria e il commercio, o altri delitti compiuti in connessione con l’esercizio dell’attivita’ d’impresa, salvo che per essi sia intervenuta la riabilitazione. Se e’ in corso il procedimento penale per uno di tali reati o v’e’ stata applicazione di una delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, il tribunale rinvia la decisione sull’esdebitazione fino all’esito del relativo procedimento; b) non abbia distratto l’attivo o esposto passivita’ insussistenti, cagionato o aggravato il dissesto rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari o fatto ricorso abusivo al credito; c) non abbia ostacolato o rallentato lo svolgimento della procedura e abbia fornito agli organi ad essa preposti tutte le informazioni utili e i documenti necessari per il suo buon andamento; d) non abbia beneficiato di altra esdebitazione nei cinque anni precedenti la scadenza del termine per l’esdebitazione; e) non abbia gia’ beneficiato dell’esdebitazione per due volte. ] [ Art. 344 Sanzioni per il debitore e per i componenti dell’organismo di composizione della crisi 1. Salvo che il fatto costituisca piu’ grave reato, e’ punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da 1.000 a 50.000 euro il debitore che: a) al fine di ottenere l’accesso alle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento di cui alle sezioni II e III del capo II del titolo IV aumenta o diminuisce il passivo ovvero sottrae o dissimula una parte rilevante dell’attivo ovvero dolosamente simula attivita’ inesistenti; b) al fine di ottenere l’accesso alle procedure di cui alle sezioni II e III del capo II del titolo IV e di quelle di cui al capo IX del titolo V, produce documentazione contraffatta o alterata, ovvero sottrae, occulta o distrugge, in tutto o in parte, la documentazione relativa alla propria situazione debitoria ovvero la propria documentazione contabile; c) nel corso delle procedure di cui alle sezioni II e III del capo II, effettua pagamenti in violazione del piano di ristrutturazione dei debiti o del concordato minore omologati; d) dopo il deposito del piano di ristrutturazione dei debiti o della proposta di concordato minore, e per tutta la durata della procedura, aggrava la sua posizione debitoria; e) intenzionalmente non rispetta i contenuti del piano di ristrutturazione dei debiti o del concordato minore. 2. Le pene previste dal comma 1 si applicano al debitore incapiente che, con la domanda di esdebitazione di cui all’articolo 283, produce documentazione contraffatta o alterata o sottrae, occulta o distrugge, in tutto o in parte, la documentazione relativa alla propria situazione debitoria ovvero la propria documentazione contabile ovvero omette, dopo il decreto di esdebitazione, la dichiarazione di cui al comma 7 del medesimo articolo 283, quando dovuta o in essa attesta falsamente fatti rilevanti. 3. Il componente dell’organismo di composizione della crisi che rende false attestazioni nella relazione di cui agli articoli 68, 76, 269 e 283 in ordine alla veridicita’ dei dati contenuti nella proposta di cui agli articoli 67 e 75, nell’attestazione di cui all’articolo 268, nella domanda di apertura della liquidazione controllata o nella domanda di esdebitazione di cui all’articolo 283, e’ punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 1.000 a 50.000 euro. 4. Le pene di cui al comma 2, si applicano al componente dell’organismo di composizione della crisi che cagiona danno ai creditori omettendo o rifiutando senza giustificato motivo un atto del suo ufficio. ] |
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2-bis. L’esdebitazione non ha effetti sui giudizi in corso e sulle operazioni liquidatorie. | ||
3. Il provvedimento di cui al comma 1 o il provvedimento con cui il tribunale dichiara la sussistenza delle preclusioni di cui al comma 2 e’ comunicato23 ai creditori ammessi al passivo e al debitore, i quali possono proporre reclamo ai sensi dell’articolo 124 nel termine di trenta giorni.24 [ Art. 124 Reclamo contro i decreti del giudice delegato e del tribunale 1. Salvo che sia diversamente disposto, contro i decreti del giudice delegato e del tribunale il curatore, il comitato dei creditori, il debitore e ogni altro interessato possono proporre reclamo, rispettivamente, al tribunale o alla corte di appello nel termine perentorio di dieci giorni dalla comunicazione o dalla notificazione per il curatore, per il debitore, per il comitato dei creditori e per chi ha chiesto o nei cui confronti e’ stato chiesto il provvedimento. Per gli altri interessati, il termine decorre dall’esecuzione delle formalita’ pubblicitarie previste dalla legge o disposte dal giudice delegato o dal tribunale, se quest’ultimo ha emesso il provvedimento. 2. In ogni caso il reclamo non puo’ piu’ proporsi decorsi novanta giorni dal deposito del provvedimento nel fascicolo della procedura. 3. Il reclamo si propone con ricorso, che deve contenere: a) l’indicazione del tribunale o della corte di appello competente, del giudice delegato e della procedura di liquidazione giudiziale; b) le generalita’, il codice fiscale del ricorrente e il nome e il domicilio digitale del difensore; c) l’esposizione dei motivi su cui si basa il reclamo, con le relative conclusioni; d) l’indicazione dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e dei documenti prodotti. 4. Il reclamo non sospende l’esecuzione del provvedimento impugnato. 5. Il presidente con decreto designa il relatore e fissa l’udienza di comparizione entro quaranta giorni dal deposito del ricorso. 6. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione dell’udienza, deve essere notificato, a cura del reclamante, al curatore, mediante trasmissione al domicilio digitale della procedura, e ai controinteressati, entro cinque giorni dalla comunicazione del decreto. 7. Tra la data della notificazione e quella dell’udienza deve intercorrere un termine non minore di quindici giorni. 8. Il resistente deve costituirsi almeno cinque giorni prima dell’udienza, depositando memoria contenente l’indicazione delle proprie generalita’ e del suo codice fiscale, nonche’ il nome e domicilio digitale del difensore, nonche’ l’esposizione delle difese in fatto e in diritto, oltre all’indicazione dei mezzi di prova e dei documenti prodotti. 9. Ogni altro interessato puo’ intervenire nel termine e nei modi previsti dal comma 8. 10. I termini di cui ai commi 7 e 8 possono essere abbreviati dal presidente, con decreto motivato, se ricorrono ragioni di urgenza. 11. All’udienza il collegio, sentite le parti, ammette o assume anche d’ufficio i mezzi di prova, se non ritiene di delegarne l’assunzione al relatore. 12. Entro trenta giorni dall’udienza di comparizione, il collegio provvede sul reclamo con decreto motivato. ] |
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Art. 283 Esdebitazione del sovraindebitato incapiente | ||
1. Il debitore persona fisica meritevole, che non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura, può accedere all’esdebitazione solo per una volta. Resta ferma l’esigibilità del debito, nei limiti e alle condizioni di cui al comma 9, se entro tre anni dal decreto del giudice sopravvengano utilità ulteriori rispetto a quanto indicato nel comma 2, che consentano l’utile soddisfacimento dei creditori. Non sono considerate utilità, ai sensi del secondo periodo, i finanziamenti, in qualsiasi forma erogati.25 | ||
2. Ricorre il presupposto di cui al comma 1, primo periodo, anche quando il debitore è in possesso di un reddito che, su base annua e dedotte le spese di produzione del reddito e quanto occorrente al mantenimento suo e della sua famiglia, sia non superiore all’assegno sociale aumentato della metà moltiplicato per un parametro corrispondente al numero dei componenti il nucleo familiare della scala di equivalenza dell’ISEE di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 dicembre 2013, n. 159.26 | ||
3. La domanda di esdebitazione e’ presentata tramite l’OCC al giudice competente, unitamente alla seguente documentazione: a) l’elenco di tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute e dei relativi indirizzi di posta elettronica certificata, se disponibili, oppure degli indirizzi di posta elettronica non certificata per i quali sia verificata o verificabile la titolarità della singola casella; b) l’elenco degli atti di straordinaria amministrazione compiuti negli ultimi cinque anni; c) la copia delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni; d) l’indicazione degli stipendi, delle pensioni, dei salari e di tutte le altre entrate del debitore e del suo nucleo familiare. |
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4. Alla domanda deve essere allegata una relazione particolareggiata dell’OCC, che comprende: a) l’indicazione delle cause dell’indebitamento e della diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni; b) l’esposizione delle ragioni dell’incapacita’ del debitore di adempiere le obbligazioni assunte; c) l’indicazione della eventuale esistenza di atti del debitore impugnati dai creditori; d) la valutazione sulla completezza ed attendibilita’ della documentazione depositata a corredo della domanda. |
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5. L’OCC, nella relazione, deve indicare anche se il soggetto finanziatore, ai fini della concessione del finanziamento, abbia tenuto conto del merito creditizio del debitore, valutato in relazione al suo reddito disponibile, dedotto l’importo necessario a mantenere un dignitoso tenore di vita; a tal fine si ritiene idonea una quantificazione non inferiore a quella indicata al comma 2. | ||
6. I compensi dell’OCC sono ridotti della meta’. | ||
7. Il giudice, assunte le informazioni ritenute utili, valutata la meritevolezza del debitore e verificata, a tal fine, l’assenza di atti in frode e la mancanza di dolo o colpa grave nella formazione dell’indebitamento, concede con decreto l’esdebitazione, indicando le modalita’ e il termine entro il quale il debitore deve presentare, a pena di revoca del beneficio, ove positiva, la dichiarazione annuale relativa alle utilità ulteriori di cui ai27 commi 1 e 2. | ||
8. Il decreto e’ comunicato al debitore e ai creditori, i quali possono proporre reclamo a norma dell’articolo 12428 nel termine di trenta giorni.29 [ Art. 50 Reclamo contro il provvedimento che rigetta la domanda di apertura della liquidazione giudiziale 1. Il tribunale, se respinge la domanda di apertura della liquidazione giudiziale, provvede con decreto motivato. Il decreto, a cura del cancelliere, e’ comunicato alle parti e, quando e’ stata disposta la pubblicita’ della domanda, iscritto nel registro delle imprese. 2. Entro trenta giorni dalla comunicazione, il ricorrente o il pubblico ministero possono proporre reclamo contro il decreto alla corte di appello che, sentite le parti, provvede in camera di consiglio con decreto motivato. Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 737 e 738 del codice di procedura civile. 3. Il debitore non puo’ chiedere in separato giudizio la condanna del creditore istante alla rifusione delle spese ovvero al risarcimento del danno per responsabilita’ aggravata ai sensi dell’articolo 96 del codice di procedura civile. 4. Il decreto della corte di appello che rigetta il reclamo non e’ ricorribile per cassazione, e’ comunicato dalla cancelleria alle parti del procedimento in via telematica, al debitore, se non costituito, ai sensi dell’articolo 40, commi 6, 7 e 8 ed e’ iscritto immediatamente nel registro delle imprese nel caso di pubblicita’ della domanda. 5. In caso di accoglimento del reclamo, la corte di appello dichiara aperta la liquidazione giudiziale con sentenza e rimette gli atti al tribunale, che adotta, con decreto, i provvedimenti di cui all’articolo 49, comma 3. Contro la sentenza puo’ essere proposto ricorso per cassazione. La sentenza della corte di appello e il decreto del tribunale sono iscritti nel registro delle imprese su richiesta del cancelliere del tribunale. 6. I termini di cui agli articoli 33 e 34 si computano con riferimento alla sentenza della corte di appello. ] |
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9. L’OCC, nei tre anni successivi al deposito del decreto che concede l’esdebitazione, vigila sulla tempestività del deposito della dichiarazione di cui al comma 7 e compie le verifiche necessarie per accertare l’esistenza di utilità ulteriori secondo quanto previsto dal comma 1. Se l’OCC verifica l’esistenza o il sopraggiungere di utilità ulteriori, previa autorizzazione del giudice, lo comunica ai creditori i quali possono iniziare azioni esecutive e cautelari sulle predette utilità.30 |